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L’economia dell’abbonamento: le cose che abbiamo acquistato non sono più nostre

L’economia degli abbonamenti (“subscription economy”) è un modello di business che negli ultimi dieci anni è cresciuto del 435 per cento e prevede – con parecchie variazioni – che al centro dell’interazione economica tra azienda e cliente non ci sia più un prodotto acquistato, ma i servizi offerti in cambio di una qualche forma di abbonamento. Ma naturalmente questo prevede un « prezzo nascosto » per l’utente.

Come scrive il quotidiano italiano Domani, nel momento in cui ciò che acquistiamo non è il prodotto, ma un servizio erogato online in abbonamento, il controllo sul prodotto che pensiamo di aver comprato resta in realtà in mano all’azienda. Alcuni esempi: La canzone Rock’n’Roll Ni**er di Patty Smith viene eliminata da Spotify per questioni legate al politicamente corretto. Le stampanti HP smettono di funzionare se vengono utilizzate cartucce non originali, i trattori John Deere rendono impossibile ripararli in autonomia. Lo stesso discorso si potrebbe ovviamente ampliare a smart TV, termostati connessi e moltissimi altri dispositivi.

Prendiamo per esempio le Tesla: non solo sulle auto dell’azienda di Elon Musk (come avverrà anche sulle prossime Mercedes e non solo) sempre più funzionalità che un tempo sarebbero state acquistabili a parte oggi richiedono un abbonamento (per esempio, l’assistente alla guida), ma alcune funzionalità vengono artificialmente limitate o potenziate via internet al fine di massimizzare i guadagni.

Questo aspetto è emerso definitivamente nel 2017, quando Tesla decise di aumentare la durata della batteria di tutti i veicoli che si trovavano nelle vicinanze dell’uragano Irma che al tempo minacciava la Florida.

La società venne lodata per questa azione, ma di fatto aveva semplicemente rimosso una limitazione software che riduceva artificialmente la durata delle batterie per creare due differenti fasce di prezzo.

Tutti fatti che ci fanno comprendere come le aziende mirino e riescano ad esercitare sempre più forme di controllo su chi ha acquistato un bene. Molte cose, e sempre più cose, anche se sono nostre non sono più nostre.